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  • Immagine del redattoreDr Anna Carlotta Grassi

Maledetta primavera: il mondo dei disturbi dell'umore stagionali.

Aggiornamento: 6 apr 2018

Le giornate che si allungano, gli uccellini che cantano, i fiori che sbocciano...

E l'autunno con le foglie che cadono, l'inverno con la neve, il freddo e le giornate corte...è tutto molto poetico, vero?

Bè, non per tutti. Per alcuni di noi in una specifica stagione si fanno vivi dei malesseri, sia fisici che psichici, che rendono la quotidianità molto pesante. Possono essere fastidi leggeri, alterazioni di cui ci rendiamo conto ma che non impediscono le nostre attività di tutti i giorni, oppure sensazioni con conseguenze di maggiore entità: in ques'ultimo caso, sia che colpisca nella bella stagione che in quella più fredda, questo disagio ha un nome: disturbo affettivo stagionale (SAD).


Gli studiosi se ne occupano dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso, quando un team di ricercatori americani capitanato dal dr. Rosenthal e dr. Wehr osservò 29 pazienti con disturbo bipolare dell'umore che soffrivano di cicli di depressione che raggiungevano il picco in inverno. Questi pazienti mostravano ipersonnia, ritiro sociale, aumento ponderale, smodato appetito per i carboidrati ed alimentazione eccessiva; addirittura, sottoponendoli ad un esame del sonno, le onde cerebrali risultavano alterate. Questi ricercatori osservarono che i sintomi erano sensibili ai cambiamenti climatici e pensarono di sottoporre i pazienti ad una terapia che allungava le ore di luce mediante l'esposizione ad illuminazione artificiale, terapia che mostrò significativi effetti antidepressivi.


E invece le persone che mostrano alterazioni dell'umore in primavera ed estate? Nel 1987 gli stessi autori hanno pubblicato una ricerca in cui analizzavano casi di pazienti che presentavano regolarmente depressione nei mesi estivi, ovvero reverse SAD.

Innanzitutto, i sintomi mostrati differivano significativamente nei soggetti con depressione ricorrente in estate: questi individui tendevano infatti a mostrare inappetenza, calo pondarale, aumento della libido ed insonnia. In comune con la variante invernale troviamo solo la tristezza e l'ansia, tanto da portare gli stessi Rosenthal e Wehr a suggerire che non si tratti poi di due varianti dello stesso disturbo, ma di due disturbi differenti.

Per attenuare i sintomi depressivi di questo gruppo di soggetti, il dr. Wehr pensò di abbassarne la temperatura corporea: è noto come nelle ore notturne la temperatura tende a calare, ma così non è per i soggetti con depressione grave, nei quali invece aumenta. Purtroppo, è difficile avere dati sull'efficacia del trattamento di raffreddamento, perché una volta finita la sessione, i pazienti tornavano ad uscire, e il caldo tornava ad aumentare la loro temperatura corporea, annullando i possibili effetti anti-depressivi a lungo termine.


Ma quali sono le cause del disturbo affettivo stagionale? Al momento esistono diverse ipotesi:

  • per il disturbo invernale, ci sono dati a supporto della maggior secrezione di melatonina dovuta alla scarsa esposizione alla luce: la melatonina regola i ritmi circadiani dell'organismo, pertanto una sua presenza in grande quantità determinerebbe l'ipersonnia. Quest'ipotesi è sostenuta anche dall'evidenza dell'efficacia del trattamento con la luce artificiale sull'umore dei pazienti. Anche l'ipotesi della scarsità di ore passate all'aria aperta in inverno fa capo al meccanismo della melatonina;

  • per il disturbo estivo, è stata proposta un'ipotesi che attribuisce la causa alle temperature elevate, ma per ora non è supportata da evidenze scientifiche. Sembra invece star prendendo piede un'altra proposta, e cioè che alla base del disturbo dell'umore estivo ci sia la maggior concentrazione di pollini nell'aria, che in individui vulnerabili sembrerebbe essere un buon predittore del SAD non invernale. Quest'ipotesi si basa su uno studio preliminare svolto su un piccolo campione di individui, ma i ricercatori stanno approfondendo, anche perché potrebbe spiegare il picco primaverile di suicidi, ma anche perché non rende conto di quei casi di reverse SAD senza allergie.

Per quanto riguarda l'intervento, sembra che la terapia di esposizione alla luce artificiale sia efficace per la SAD, mentre la reverse SAD sembra essere più resistente al trattamento e non ci sono al momento studi che indichino un metodo sicuramente efficace per attenuarne i sintomi.

Sicuramente la variante estiva è penalizzata anche dall'essere stata meno studiata rispetto al malessere invernale, cosa che può comportare anche errori di diagnosi.


Per chi volesse approfondire, segnalo questi due articoli in lingua inglese:

https://gizmodo.com/reverse-seasonal-affective-disorder-why-do-people-get-1585673865

https://psychneuro.wordpress.com/2016/02/07/summertime-sadness/


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Al prossimo articolo!




SAD; reverse SAD; disturbo stagionale dell'umore.
Sintomo del disturbo stagionale dell'umore è l'astenia, ovvero la sensazione di mancanza di forza, che spesso si abbina all'apatia, la mancanza di motivazione.

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