top of page
  • Immagine del redattoreDr Anna Carlotta Grassi

Quando andare a scuola non è facile: i Disturbi Specifici dell'Apprendimento.

Oggi voglio proporvi una breve panoramica all'interno del mondo dei disturbi specifici dell'apprendimento: molto probabilmente, se avete figli o nipoti o se frequentate l'ambiente scolastico, vi sarete già imbattuti in questa definizione (o nel suo acronimo, D.S.A.), ma forse non sapete che non è semplicemente sinonimo di dislessia. La dislessia è uno dei quadri compresi sotto l'etichetta dei disturbi specifici del'apprendimento, ma non è l'unico.

In questo articolo, descriverò i diversi disturbi dell'apprendimento e parlerò delle misure che la legge prevede per agevolare la carriera scolastica dei ragazzi che ne sono affetti.


La classificazione dei disturbi specifici dell'apprendimento

Il DSM-5, ovvero il manuale diagnostico per psicologi più utilizzato al mondo, stabilisce quattro criteri per poter fare diagnosi. Questi criteri sono:

  1. Per almeno 6 mesi consecutivi si riscontra la presenza di difficoltà nell'uso e nell'apprendimento di abilità scolastiche (es. lettura imprecisa/lenta/faticosa, difficoltà nella scrittura delle parole, nello spelling, nella manipolazione dei concetti numerici e nel ragionamento matematico).

  2. Le abilità colpite sono risultate essere, in base a test specifici, significativamente al di sotto di quanto atteso in base all'età del soggetto ed interferiscono con la performance scolastica.

  3. Le difficoltà sono insorte in età scolastica e si manifestano particolarmente con l'aggravarsi del carico di lavoro e con l'aumentare della complessità del materiale studiato.

  4. I deficit non sono meglio spiegati da disabilità intellettiva, deficit acustici o visivi, mancanza i conoscenza della lingua, istruzione inadeguata, avverse condizioni sociali od altre patologie mentali o neurologiche. Questi disturbi sono detti "specifici" proprio perché si presentano in individui dal QI normale.

Sebbene questi siano criteri generali, gli autori hanno pensato di specificare quale sia l'area prevalentemente compromessa in ciascun caso di DSA. Le sottocategorie sono quindi tre:

  • Compromissione della lettura: questa è la variante comunemente nota come dislessia, e si caratterizza per problemi di accuratezza, velocità e fluenza nella lettura, oltre che di comprensione del testo

  • Compromissione dell'espressione scritta: ovvero la disortografia. In questo quadro sono evidenti difficoltà nell'accuratezza dello spelling e nell'uso della grammatica e della punteggiatura per iscritto ma anche, più in generale, a livello della chiarezza e dell'organizzazione sintattica della produzione scritta.

  • Compromissione del calcolo: altrimenti detta "discalculia", si evidenziano deficit nella comprensione del concetto di numero, nella memorizzazione dei fatti aritmetici, nel ragionamento matematico e nel calcolo, che non risulta fluido ed accurato.

Nonostante questa distinzione, molto spesso una persona ha più di un'area compromessa in contemporanea.

Oltre a queste tre sottocategorie, esiste anche la disgrafia, un disturbo grafo-motorio evidente osservando la calligrafia del bambino, che risulta illeggibile.


Gli autori hanno anche messo a punto una scala di gravità del deficit, in modo tale da poter prendere le misure correttive più indicate una volta che si è fatta la diagnosi. Il deficit può essere di grado:

  • Lieve: la bassa entità delle difficoltà fa sì che esse possano essere compensate e che l'andamento scolastico del soggetto non ne risenta particolarmente.

  • Moderato: le difficoltà, pur maggiori, non intaccano la performance scolastica se vengono utilizzate le misure a sostegno degli scolari affetti da DSA.

  • Grave: purtroppo i deficit del soggetto non traggono giovamento dagli interventi personalizzati e ne risentono la salute psichica ed i risultati scolastici.

Indicatori precoci di rischio

Gli studiosi hanno trovato alcuni fattori presenti già in età prescolare che sembrerebbero predittori dello sviluppo di un DSA in età scolare: alcune spie possono essere il ritardo nella produzione delle prime parole oltre i 18 mesi d'età e delle prime frasi oltre i 30, la difficoltà a memorizzare e a produrre correttamente parole note e di uso frequente, l'insuccesso nello scrivere il proprio nome, poi problemi nella sillabazione e nell'eseguire piccoli compiti di manualità (come allacciarsi le scarpe, copiare un disegno) e scarsa coordinazione.


Come avviene la diagnosi di DSA?

In Italia, possono effettuare la diagnosi solamente medici e psicologi: tipicamente, intervengono quindi lo psicologo, il neuropsichiatra infantile ed il logopedista, che somministrano test standardizzati per indagare sia il funzionamento cognitivo globale, sia le competenze di lettura, scrittura e calcolo.

A questi test si accompagnano indagini mediche per escludere altre patologie organiche che possano spiegare i deficit ed una diagnosi funzionale, ovvero una descrizione appunto del funzionamento del bambino sotto gli aspetti non considerati dalle altre indagini (le funzioni attentive, mnestiche, motorie ed i fattori sociali ed ambientali in cui si trova a crescere).

Va precisato che il percorso per la diagnosi non può essere iniziato prima dell'ingresso alla scuola primaria, e, per la discalculia, non prima della terza elementare.


Dopo la diagnosi: i Bisogni Educativi Speciali (BES)

Avere una diagnosi fatta da professionisti è fondamentale perché consente di accedere a quelle misure educative pensate appositamente per aiutare i ragazzi con Bisogni Educativi Speciali a procedere nel sistema scolastico.

La prima e più importante di tali misure è la predisposizione di un piano didattico individualizzato: i bambini con DSA traggono maggior beneficio ad essere seguiti individualmente durante le lezioni da una figura specializzata. I compagni di classe devono essere educati circa il perché il loro vicino di banco vive la scuola in maniera diversa rispetto a loro, questo per evitare stigma ed esclusione ed alleviare il disagio psichico del bambino con DSA.

La normativa regionale e nazionale riconosce agli alunni con BES la facoltà di avvalersi, in sede di verifica o di esame, di strumenti "vietati" agli altri studenti, come ad esempio il computer con correttore ortografico o la calcolatrice, ed hanno diritto a più tempo per completare le prove.


Il DSA nell'arco della vita

I disturbi dall'apprendimento insorgono in infanzia, ma permangono per tutta la vita, evolvendosi in base all'età e alle occupazioni della persona, che, fuori dagli obblighi scolastici, può scegliere di evitare il più possibile le attività che mettono in risalto le difficoltà di lettura, scrittura e calcolo causando frustrazione ed imbarazzo. Chiaramente, una diagnosi precoce può dare migliori possibilità per il futuro della persona.


Infine, i DSA non sono da confondere con i disturbi del comportamento, tra i quali troviamo il famoso disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD) ed il disturbo oppositivo-provocatorio. Ne parlerò prossimamente in un articolo specifico.


Se l'articolo vi è piaciuto, iscrivetevi al blog oppure commentate e condividete sulla mia pagina Facebook!


A presto...


Risorse

  • American Psychiatric Association. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta Edizione. A cura di Biondi M. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.

  • Queste slides di Giacomo Stella, uno dei maggiori esperti di DSA in Italia.

  • Le normative regionali sui BES.

DSA, compiti, tutor
I ragazzi con DSA meritano di essere seguiti singolarmente, sia a scuola che a casa.

6 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Vuoi sapere subito quando pubblico un nuovo articolo?

Iscriviti alla newsletter!

Nome

Email

bottom of page